La prossima evoluzione: perché il valore dell'IoT a Host 2025 è nelle app connesse
Host 2025 è stata la celebrazione di un settore maturo sotto tanti aspetti del digitale. Visitando gli stand, una cosa è emersa con chiarezza: l’Internet of Things (IoT) non è più il futuro, ma il presente. La stragrande maggioranza dei produttori, dal vending al foodservice professionale, espone macchinari connessi. Questa ondata è il risultato maturo degli incentivi legati alla Transizione 4.0 degli scorsi anni e, soprattutto, di un’esigenza pratica: migliorare l’assistenza, velocizzare gli interventi e monitorare le performance da remoto.
Ma noi di Tiknil, specialisti nel creare Connective App, abbiamo notato un dettaglio cruciale: la connessione è diffusa, ma il valore che essa genera è spesso dormiente.

Il limite della connettività base: l'IoT a Host 2025 è ancorato all'hardware
La maggior parte dei sistemi di connessione che abbiamo osservato IoT Host 2025 è funzionale, ma anche intrinsecamente limitata. Molti produttori si affidano ai servizi proprietari forniti dai produttori dell'hardware sottostante, che si tratti di PLC o di schede elettroniche custom.
Questo approccio, pur essendo il più rapido e sicuro per una prima digitalizzazione settore Ho.Re.Ca., crea dei limiti strutturali:
- Frammentazione: se un produttore ha diverse linee di macchine con hardware di fornitore diverso, si trova spesso a gestire sistemi di telemetria diversi e a pagare licenze multiple.
- Dipendenza: è difficile espandere la gamma di servizi oltre ciò che il fornitore di PLC/hardware permette. La macchina è connessa, ma i dati sono incatenati. La visione innovativa del produttore si scontra con le API chiuse.
- Mancanza di unità: il cliente (sia esso il gestore di una catena di ristoranti o il centro assistenza) non ha un’unica, omogenea interfaccia per gestire tutto il parco macchine.
La conseguenza di questo stato di cose, diffusissimo a Host 2025, è che si ottiene un dato grezzo anziché un’informazione illuminante. La macchina è connessa, ma non è ancora intelligente nel modo in cui potrebbe esserlo.
Il salto di valore: l'esperienza semplice e completa
Solo i veri leader di settore hanno capito che il valore non è nell'atto della connessione, ma nell'esperienza utente che ne deriva. Molti produttori sono ancora fermi al "ti do un pannello web con i log", mentre l'eccellenza è già passata alla Connective App.
Per Tiknil, l'app è l'unico sviluppo app mobile in grado di superare la frammentazione hardware e offrire:
- Esperienza di elevato dettaglio agli utenti tecnici: un tecnico di assistenza ha bisogno di un'app con un design chiaro e diretto, deve fornire diagnostica, storico degli interventi e accesso ai manuali, unificando i dati hardware in una user experience fluida.
- Esperienza comoda e utile per l'utente finale: pochi offrono ai clienti finali una vera esperienza di interazione. Pensate a un’app che non solo personalizzi il prodotto (il caffè, il gelato, il pane o la pizza) ma che segnali comportamenti anomali interpretati dalla manutenzione predittiva e indichi tramite un'assistente AI i possibili troubleshooting che l'utente può intraprendere in autonomia.
Questa è una connessione non solo digitale, ma pienamente umana.

Foto di Louis Reed su Unsplash
L'IoT a Host 2025 e il potenziale inespresso dei dati
La vera ricchezza che abbiamo visto per l'IoT a Host 2025 è la marea di dati generata. Ogni ciclo di lavoro, ogni temperatura registrata, ogni errore di erogazione è un tesoro di informazioni che, se ben gestito, può cambiare radicalmente il business del produttore.
Molti produttori percepiscono questo potenziale. Sanno di poter fare di più rispetto alla semplice assistenza reattiva, ma si sentono bloccati. È qui che l'intervento di un partner specializzato nel software (e non nell'hardware) diventa cruciale.
La manutenzione predittiva
La manutenzione predittiva non è una moda, ma una necessità economica. Essa si basa sulla capacità di analizzare le micro-variazioni (flussi di corrente, tempi di ciclo, variazioni di temperatura) prima che queste superino le soglie critiche.
Cosa serve:
- Raccolta selettiva: raccogliere i dati giusti, analizzarli con il produttore, capire cosa possono dire, fare delle telemetrie per capire le interpretazioni dei tecnici.
- Analisi in Cloud, provisioning sull'Edge: predisporre l'educazione di algoritmi di Machine Learning per tracciare i comportamenti usuali dei dati nelle condizioni previste, così da segnalare anomalie. E quindi fornire questi modelli all'Edge così che possa ragionare in autonomia in locale, anche senza connessione.
- Avviso umano: l'app connessa può notificare le anomalie, correlate da dati di dettaglio in base al tipo di utente, e proporre tramite un'assistente AI educato con i manuali del produttore i troubleshooting di primo livello.
Assistenza di primo livello affidata all'AI
Un altro desiderio emerso sull'IoT a Host 2025 è la possibilità di filtrare le richieste di assistenza più banali. Perché un tecnico specializzato dovrebbe rispondere a un utente che chiede: "Ho cambiato l'acqua ma la spia non si spegne"?
La risposta è l'AI:
La Connective App può integrare un chatbot basato su modelli AI e alimentato con i dati in tempo reale della macchina. L'utente interagisce con il chatbot, che può:
- verificare lo stato della macchina (online, in errore, pronta).
- proporre soluzioni di primo livello basate sui dati storici e sui manuali tecnici.
- se il problema è risolvibile dall'utente, l'assistenza è immediata e a costo zero.
- se il problema è serio, il chatbot crea un ticket inviando direttamente al tecnico l'analisi AI e i log della macchina.
In questo modo, l'AI gestisce l'ordinario e l'umano si concentra sullo straordinario. Questo è l'esempio lampante di come la tecnologia sia al servizio della nostra filosofia: creare connessioni umane, liberando il tempo e le risorse per le interazioni che contano.

Cosa c'è dopo Host 2025? Generare servizi e utilità sul prodotto "connesso"
L'Iot a Host 2025 ha dimostrato che la connessione è un requisito, ma non un differenziatore. Il vero campo di battaglia del prossimo decennio sarà l'intelligenza e l'usabilità veicolate dal software.
Se sei un produttore che vede il proprio hardware limitato da piattaforme esterne, o che intuisce che i dati delle sue macchine valgono oro, ma non sa come estrarre quella pepita, allora è il momento di parlare di Connective App.
Lavorare con noi significa avere un partner che vede l'hardware come il punto di partenza e l'app come il ponte per l'eccellenza operativa, garantendo un'esperienza utente uniforme e potente, in linea con le nuove esigenze del mercato, come dimostrato dalla rapida evoluzione del settore delle macchine intelligenti in Italia.
Non limitarti a vendere una macchina connessa; vendi una connessione digitale che migliora la vita dei tuoi tecnici e soddisfa i tuoi clienti finali.